Hai mai visto lo stadio più bello del mondo da un aereo? | Rolling Stone Italia
Sport

Hai mai visto lo stadio più bello del mondo da un aereo?

In volo, lo stadio Sinigaglia del Como 1907 è tutta un'altra faccenda. Storia dell'Aereo Club Como, celebre organizzazione di volo idro-certificata dal Guinness World Record

Hai mai visto lo stadio più bello del mondo da un aereo?

Fonte: aeroclubcomo.com

Per chi, come l’autore di questo pezzo, è cresciuto negli anni Zero del nuovo millennio, nominare il Lago di Como è stato per molto tempo sinonimo di George Clooney. Il quale, in un’epoca in cui i social erano agli albori, popolava con vacanze lacustri e innumerevoli fidanzate le prime pagine dei rotocalchi di gossip nostrani, facendoci sentire un po’ meno provinciali. Ma era anche la location scelta per interpretare il pianeta più bello nel film più brutto della saga di Star Wars, tornato sugli schermi dopo decenni. Insomma, già all’epoca sembrava un posto alieno nella sua internazionalità, come se veramente dal pianeta Naboo lo avessero appoggiato qui in Italia, con tanto di Padmé e Anakin annessi.

Eppure, come poi abbiamo imparato diventando grandi, il vero lusso non è quello urlato dai paparazzi, anzi al contrario, è quello discreto ed elegante. E, sorpresa sorpresa, il Lago di Como ne era pieno. In un contesto di grandi ville divenute hotel di super lusso, tra cui il numero uno al mondo per 50Best nel 2023, Passalacqua di Moltrasio, e spot leggendari diventati meta di pellegrinaggio per gli influencer globali, il lago si è dimostrato di classe e affascinante, perfetto per gli anni venti, come se fosse il Timothée Chalamet delle località.

Non vi basta? E allora ecco anche Timothée Chalamet in carne e ossa, parte attiva della parata che ogni domenica affolla gli spalti della neopromossa squadra di calcio, protagonista della Serie A non solo per i propri risultati sportivi, ma anche per la capacità di cambiare la narrazione di questo sport tra concerti pre-match e superstar internazionali sugli spalti di quello che (ma che ve lo diciamo a fare?) è stato definito da Gianni Brera “lo stadio più bello del mondo” per la sua posizione unica e suggestiva. Situato sulla riva del lago di Como, l’impianto offre una vista mozzafiato sul paesaggio circostante, con il lago che si estende visibile da gran parte degli spalti.

Fonte: aeroclubcomo.com

Lo stadio visto dall’alto

Ma se voi vi stesse chiedendo se tutto quello che c’è di magico da fare sul lago e nei suoi dintorni è ormai raccontato, be’, forse c’è una storia che ancora non conoscete, e che è la più antica e forse la più bella, ed è quella della quasi secolare epopea degli idrovolanti che planano sulle acque di Como.
Per chi non fosse pratico di queste libellule di metallo, gli idrovolanti hanno avuto un ruolo chiave nello sviluppo dell’aviazione, da quando il primo fu varato nel 1910 dall’ingegnere francese Henri Fabre, che riuscì a far decollare il suo “Le Canard” dalle acque del lago di Berre. Poco dopo, nel 1911, Glenn Curtiss negli Stati Uniti sviluppò un modello più avanzato, contribuendo alla diffusione di questi velivoli. Durante la Prima Guerra Mondiale, gli idrovolanti si rivelarono preziosi per le missioni di ricognizione e pattugliamento marittimo. L’età d’oro degli idrovolanti si concluse con la Seconda Guerra Mondiale, quando il miglioramento delle infrastrutture aeroportuali e l’avvento degli aerei di linea più efficienti ridussero la loro utilità. Tuttavia, in alcune regioni del mondo, gli idrovolanti hanno mantenuto un ruolo strategico, specialmente in Canada e in Alaska.

Negli anni ’20 e ’30, l’Italia divenne un punto di riferimento per questa tecnologia, con imprese memorabili come le crociere atlantiche di Italo Balbo, che dimostrarono la capacità di questi mezzi di coprire lunghe distanze. Nel 1924, la Società Italiana Servizi Aerei (SISA) inaugurò i primi collegamenti tra Venezia e Trieste utilizzando idrovolanti. Il successo di queste rotte portò, nel 1926, all’estensione del servizio fino a Torino, creando una linea che attraversava l’intera Pianura Padana con scali a Pavia e Venezia.

Durante questo periodo, furono costruiti numerosi idroscali in Italia per supportare le operazioni degli idrovolanti, tra cui quello di Torino, situato sul fiume Po, tra il Ponte Umberto e il Ponte Isabella, quello di Milano, costruito alla fine degli anni ’20, e diventato oggi un polo per attività ricreative e sportive, e quelli di Trieste, Pavia e al sud quello di Brindisi. Costruito nel 1916 principalmente per operazioni militari durante la Prima Guerra Mondiale, oggi in tutta Italia di queste infrastrutture liquide ne rimane attiva solo una, ovvero l’Idroscalo Internazionale di Como, gestito dall’Aero Club Como.

L’Aero Club Como

L’Aero Club Como, fondato nel 1930, è la più antica organizzazione di volo idro-certificata dal Guinness World Record. Questa associazione sportiva dilettantistica senza scopo di lucro promuove la passione per il volo e la tradizione degli idrovolanti nel corso della sua lunga storia, e ha visto l’impiego di una vasta gamma di aeromobili, a partire dai primi Caproni CA 100, Breda 15 e Breda 25 degli anni Trenta, insieme al Cant Z. 511. Nel dopoguerra, l’attività riprende con nuovi Caproni CA 100 e vari Macchi MB 308, seguiti dal Republic “Seabee”, il primo aereo americano ad arrivare a Como.

Nel 1966, il Club acquisisce il Piper PA 18, il primo aereo moderno ancora in possesso. Negli anni successivi, l’arrivo dei “Cessnini” (Cessna 150) e il successivo passaggio al Cessna 172, considerato il miglior aereo-scuola mai prodotto, segnano un punto di svolta per l’attività scolastica del Club. Inoltre, negli anni Settanta vengono acquisiti il Piaggio P 136 e il Lake LA-4-200, seguiti nel tempo da altri modelli più potenti, come il LA 250 “Renegade” e il Maule M7-235, in versione anfibia.

Il Club continua a espandere la propria flotta con modelli sempre più avanzati, tra cui due Cessna 305C, noti anche come L-19, usati in Corea e Vietnam, e nel 2009 l’acquisto di un Cessna 206 con galleggianti idro e anfibi. Nello stesso anno, viene acquisito un altro Lake LA4-200 EP, che purtroppo incontra difficoltà operative a causa delle condizioni della superficie nel bacino di Como, sebbene rimanga ideale per escursioni fuori dai bacini lariani.

Il Club intraprende anche un progetto di recupero storico nel 2012, con l’acquisto di un Republic RC-3 “Seabee” modificato con un motore da 270 HP, parte di un’iniziativa volta a ricostituire la flotta storica degli anni Quaranta. Questo si aggiunge al Macchi MB 308, attualmente in restauro, e al Caproni CA100, non di proprietà del Club, ma basato nell’hangar di Como.

Sospesi sull’azzurro

Che voi abbiate con pazienza letto tutti i modelli di aerei sopracitati scoprendo un nuovo mondo, o se con impazienza al terzo modello e data vi siete stancati e siete corsi all’inizio del paragrafo successivo per scoprire come potete fare a vivere la vostra personale Night Over Water alla Ken Follett (se non lo avete letto, recuperatelo, è veramente emblematico per capire quali fossero le aspettative per questa tecnologia di volo a inizio secolo), state per ricevere la risposta.

La scuola di volo del Aero Club infatti è l’hub di formazione per piloti di idrovolanti più importante d’Europa, e offre formazione a chi parte da zero e a chi desidera completare la propria abilitazione idro. La flotta del Club comprende 11 idrovolanti, tra cui idrovolanti puri, con galleggianti a scafo e anfibi, che consentono operazioni su aeroporti come con qualsiasi normale aereo. Insomma, se pensate che il Lago di Como non possa essere più fico di quanto abbia dimostrato negli ultimi vent’anni, be’, vi sbagliate di grosso. Attualmente infatti è l’unico posto in cui poter essere circondati d’azzurro sopra e sotto prima di esserlo sottosopra, sognando di recuperare palloni calciati in acqua dallo stadio più bello del mondo o volando come se un giorno l’obiettivo fosse quello di battere Anakin in una gara di podracer. Tanto si sa, da queste parti nulla è impossibile.

Altre notizie su:  Como 1907