Gigi Buffon non è solo bravo, è il più bravo di tutti, e non è la stessa cosa.
Oggi compie 40 anni, più o meno l’età che aveva Gato Diaz, l’indio araucano portiere dell’Estrella, che parò il rigore più lungo del mondo nello straordinario racconto che Osvaldo Soriano ha regalato all’ umanità. I caratteri tra i due sono simili, l’atteggiamento bohémien, lo sguardo guascone, le movenze feline, ma anche i saldi principi e la lealtà.
Si, perché Gigi Buffon, il portiere più forte della storia del calcio, è anche, e soprattutto, una brava persona, uno che magari un paio di cazzate da giovane le ha fatte, ma ci ha sempre messo la faccia, non si è mai nascosto, come sanno fare i grandi uomini di sport, i grandi uomini in generale. Per questo, e per altri motivi, Gigi è amato dalla stragrande maggioranza dei tifosi italiani in maniera trasversale, per l’umana comprensione delle cose della vita che ha sempre dimostrato. Gigi ha gioito, ha pianto, ha battuto la depressione, ha amato donne bellissime, ha vinto, ha perso, ha fatto parte per quasi un quarto di secolo della vita di tutti, anche di chi di calcio non se ne intende affatto, e non è cosa da poco.
Al termine di questa stagione agonistica vorrebbe smettere, ma non ne è sicuro, si vede che è ancora innamorato del gioco, di quello che fa, come Gato Diaz è un romantico, e speriamo che non lo faccia, che non lasci, farebbe invecchiare di colpo almeno un paio di generazioni, con lui ancora in campo il discorso cambia, continuare sarebbe il modo migliore di fermare il tempo.
Non è un caso, ed è successo anche dopo l’eliminazione dal mondiale russo ad opera della Svezia e di un commissario tecnico azzurro mediocre, che in tanti si siano dispiaciuti per lui, e non è affatto una coincidenza che molti in questi giorni rendano omaggio a Gigi come si fa solo con i campioni in grado di segnare un’ epoca. Da Casillas a Schmeichel , tutti parlano di Buffon con un affetto enorme, e in molti, al di là dell’aspetto tecnico, ne sottolineano quello umano, l’eternità addirittura, “non ricordo nemmeno chi ci fosse prima di te” gli scrive l’ex nazionale francese Bernard Lama, mentre qualcuno dell’entourage juventino rilascia strane dichiarazioni sul futuro del fuoriclasse della Vecchia Signora, come se la sua carriera fosse giunta al capolinea, ma non è così, il ragazzone di Carrara può andare avanti ancora per qualche campionato, tanto lui le partite le gioca con la testa, con l’enorme carisma che si porta dietro, può vincere anche in prepensionamento con il deambulatore nascosto dietro la porta. E poi.
Poi in un universo perfetto dovrebbe vincere una Champions e un Pallone d’ Oro, anche se ha messo in bacheca decine di trofei e nell’albo d’oro della Coppa Rimet ha già scritto il suo nome. Ma non è un grande solo per questo. Me lo ricordo a Trieste, con la Juve in B, salutare sotto la curva alabardata i tifosi avversari, o in Nazionale, ultimo ad abbandonare il campo, pronto a stringere mani e regalare sorrisi, sempre disponibile, sempre gentile. Quando ha dovuto affrontare momenti difficili, dopo qualche prestazione non esaltante, ha evitato di parlare e ha risposto con i fatti sul campo, chè tante volte dimostrare di avere le palle, invece di dire coglionate, diventa fonte di ispirazione per chi se la passa male e non riesce a reagire.
Gato Diaz amava una donna, la rubia Ferreira, e nonostante fosse scaltro lei non se lo filava più di tanto, ma il prestigio, il fascino e il rispetto che lo circondavano gli permisero di conquistarla, perché era diventato un mito, tanto che se qualcuno raccontava di avergli segnato nessuno gli credeva. Per Gigi è uguale, è un leggenda vivente, e lo è diventato dopo essersi guadagnato onore e rispetto , e questo succede solo a quelli bravi, e lui non è solo bravo, è il più bravo di tutti. Non è la stessa cosa.