A partire dal 2020, l’ossessione per l’estetica calcistica si è trasformata in un vero e proprio trend, che abbiamo visto sconfinare ciclicamente anche nel mondo della moda. In effetti, le maglie da calcio raccontano molto più di ciò che recitano le parole stampate che vi campeggiano. Quando le si indossa, la sensazione è quella di essere avvolti da un indumento carico di simboli, significati e anche di storia.
Negli ultimi anni, è proprio su quest’ultima che molti club hanno puntato, scegliendo di recuperare dai propri archivi gli elementi e i design più iconici per riportarli sulle maglie contemporanee, con riedizioni vintage di jersey ispirate al passato dall’estetica retrò. Un’operazione che va bene sia per i collezionisti, a cui viene offerto materiale fresco con più frequenza, che per i tifosi, sempre attaccati agli elementi più storici. Negli archivi delle squadre di serie A, di materiale ce n’è a bizzeffe.
Per i club più established, cercare ispirazione nel passato è anche un modo per celebrare storie centenarie. L’anno scorso, Il Milan ha compiuto 125 anni, e per l’occasione ha lanciato un Anniversary Kit ispirato alle divise dei primi anni del club: anche il crest sul petto riprende quello utilizzato dal 1899 al 1907, con tanto di scritta Milan Football and Cricket Club – una chicca per i più nostalgici. Una delle prime iniziative “heritage” la fece la Juventus quando, nel 2012, riportò alla luce il colore rosa delle prime maglie in assoluto del club, indossate dal 1897 fino al 1901 — all’epoca abbinate a papillon e pantaloni neri – reintroducendolo nella sua immagine ufficiale. Alessandro Del Piero fece in tempo ad indossare la maglietta rosa il giorno della sua ultima partita con la squadra. Dopo il successo dei kit ispirati ai design vintage degli anni ‘80 e ‘90 – come quello della Lazio, che nel 2019 ha riportato in campo la sua “maglia bandiera” – oggi l’attenzione si è spostata soprattutto sui crest.
Tra i casi recenti più esemplari c’è sicuramente l’AS Roma, che dal 2020, cioè da quando è subentrata la proprietà Friedkin, ha rilanciato con regolarità l’iconico stemma col lupetto stilizzato, affiancandolo sempre più spesso al classico – e più nuovo – nelle sue jersey, grazie a una proficua collaborazione creativa con Adidas. Disegnato dal designer e illustratore Piero Gratton nel 1978, Il Lupetto della Roma è sempre stato particolarmente amato, anche perché con quello stemma sul petto Francesco Totti esordì nel 1993. Indiscutibilmente in linea con l’estetica contemporanea, oggi è una presenza costante sulle seconde maglie della club e in gran parte del merch. In occasione del derby della primavera del 2024, la Roma ha pescato ancora più indietro nel tempo, riportando sulle maglie lo Stemma della Tradizione che rievoca i primi anni di vita del club.
Foto: Como 1907
Sull’onda della retrò-chic mania, l’anno scorso Juventus e Adidas hanno introdotto nel design delle maglie ‘replica’ del club l’iconica zebra stilizzata in uso negli anni ‘80, questa volta con toni dorati sopra un elegante blu navy. A completare la vibe, anche il ritorno del classico Trefoil, solitamente riservato alle collezioni adidas Originals. Un esempio forse meno chic ma più divertente è quello dell’Udinese, che insieme a Macron ha riportato nel suo home kit della stagione 2023/ 2024 la mascotte cartoonesca della squadra – la “Zebretta” presente nei crest degli anni ‘70. Era un periodo di rebranding per le squadre italiane, e gli animali stilizzati erano una scelta diffusa per i nuovi loghi. Recentemente anche il Palermo, con Puma, ha riportando nelle sue terze maglie il mitico stemma rosanero con l’aquilotto, realizzato anch’esso da Gratton nel 1979 e rimasto in uso fino all’’87.
Quella di ritornare a design vintage e loghi amati e dimenticati è una tendenza duratura, non solo in Italia. Quest’anno l’Arsenal ha riproposto il suo storico simbolo del cannone, in uso tra gli anni ‘60 e ‘90, su tutte le maglie della stagione. Anche il Bayern Monaco è tra le squadre che hanno sfruttato la scusa del rebranding vintage per lanciare alcune delle maglie più stilose in circolazione. Il Kit Anniversary – appena uscito per i 125 anni del club – è un omaggio alla storia e ai colori. La terza maglia della stagione 2024/2025, invece, riprende il logo storico – una variante leggermente diversa rispetto a quello di oggi, con colori più tenui – su un pattern color crema, ed è già diventato (anche) un capo di moda iconico.
Questa sorta di operazione nostalgia, per quanto spinta da ragioni commerciali, ha (quasi) sempre prodotto pezzi di grande stile. Non è da meno la recente collezione lanciata dal Como 1907 in collaborazione con Adidas. Sui capi della Como Crest Collection – una decina di pezzi unisex tra abbigliamento tecnico e accessori – riappare per la prima volta il marchio storico del club, quello con lo stemma rosso, la croce bianca, l’onda blu e i caratteri dorati. Questo logo, riscattato dal Como nel 2020, è sicuramente tra i più amati dalla tifoseria – in voga dagli anni ’90 – e non si vedeva dagli anni del fallimento del Como di Porro. Dal valore fortemente simbolico, la Como Crest Collection è anche un omaggio a quello stile sportivo-retrò che piace sempre di più anche fuori dal campo. A quanto pare, la collezione appena uscita è solo il primo capitolo di un progetto che promette di far indossare ai tifosi (e non solo) un pezzo di storia.