Sparare sullo stato pietoso in cui versa il giornalismo italiano è già di suo una pratica ormai comune e non particolarmente interessante, figuriamoci sparare su quei grossi fogli di carta pieni di figure, invenzioni e poco altro che sono i quotidiani sportivi. Ma oggi vale la pena di farlo visto che letteralmente tutto il mondo sta parlando della prima pagina del Corriere dello Sport.
Ecco i fatti: domani è venerdì e si gioca Inter-Roma, qualcuno nella redazione del noto quotidiano sportivo ha fatto due più due e ha immaginato che mettere in copertina due calciatori neri (Lukaku dell’Inter e Smalling della Roma) scrivendo “Black Friday” potesse essere non solo accettabile ma addirittura simpatico.
Le polemiche al riguardo sono cominciate subito, non appena il giornale è comparso nelle edicole. E altrettanto subito il caso ha assunto dimensioni internazionali, finendo sulle pagine del Guardian.
L’agente di Lukaku, contattato dall’edizione internazionale di Sky Sport, ha detto che da italiano “si vergogna” di un titolo del genere. Diverse squadre di Serie A, a cominciare dalla Roma, hanno commentato la cosa con una reazione che se fosse un emoji sarebbe quella del facepalm.
No one:
Absolutely nobody:
Not a single soul:
Corriere dello Sport headline writer: pic.twitter.com/u2xpMLV5IH
— AS Roma English (@ASRomaEN) December 5, 2019
Uno potrebbe pensare che di fronte a reazioni di questo tipo nella redazione del Corriere dello Sport si siano detti “abbiamo fatto una cazzata, cerchiamo di rimediare”. E invece no: in un’editoriale pubblicato sul sito del giornale il direttore Ivan Zazzaroni ha dato tutta la colpa del polverone all’odio dei social. “Piattaforme digitali? Direi pattumiere”, ha scritto. “Individuato il razzista di turno, vai, due colpi alla tastiera e via la macchia, ti senti un uomo migliore.”
A suo dire dunque il titolo – considerato offensivo da almeno uno dei due calciatori coinvolti – era “un titolo innocente […] trasformato in veleno da chi il veleno ce l’ha dentro”. “Se non lo capisci è perché non ce la fai o perché ci fai”. Anzi, la polemica è “il tipico razzismo degli antirazzisti”. Ok. Di fronte a una reazione di questo tipo c’è una sola domanda che sorge spontanea. La trovate nel titolo.