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Maverick Viñales ha finalmente capito come fare la differenza

Un talento enorme, una serie di buchi nell’acqua che lo hanno allontanato dalla vetta ma adesso, dopo il primo posto di domenica, è il candidato numero uno per vincere il Motomondiale

Foto via Yamaha Racing

Sicuramente non è un personaggio che fa rumore: anzi è sempre silenzioso, non dice mai una parola fuori posto, è sempre garbato e sorridente. Maverick Viñales è uscito vincitore dall’ultimo Gran Premio di MotoGP a Misano dopo una serie di buchi nell’acqua che lo hanno dapprima allontanato dalla vetta e adesso, dopo il primo posto di domenica, è il candidato numero uno per vincere il Motomondiale.

Il talento di Top Gun, come viene soprannominato Viñales, è enorme. E questo è assodato. Il problema, però, è la gestione dello stesso e delle emozioni. Maverick, infatti, ha sempre dimostrato di essere un pilota abile, veloce, intelligente, ma quando era il momento per fare la differenza, quella che conta per davvero, ha sempre tirato i remi in barca, calando il gas, accampando scuse e problemi che avevano l’odore di menzogna. La verità è che Viñales alza di proposito l’asticella, da solo, senza che nessuno gli metta pressione, ci pensa già lui a iniettarsi dentro di sé una bella dose di ansia da prestazione che non gli permette di vivere la gara godendosela e non vivendola come un peso, come una forzatura.

Quello di cui Viñales ha bisogno per vincere è la serenità, e anche una buona dose di coccole da parte del suo team. Lui stesso, nel 2018, si era lamentato della poca calorosità della sua squadra nei suoi confronti. Atteggiamento che lo ha costretto a cambiare capotecnico, da Ramon Forcada a Esteban Garcia, per cercare di puntare a migliorarsi e a vincere il mondiale. Da quando Maverick è in Yamaha, infatti, ha sempre fatto poco rispetto al suo potenziale e a quello che tutti si attendevano da lui. Da quelle due prime vittorie nel 2017, la stagione d’esordio dello spagnola sulla Yamaha, il rendimento è sempre stato altalenante, tanto da arrivare spesso dietro al suo compagno di squadra, il veterano Valentino Rossi. 

Nel paddock tutti lo sanno, prima o poi Viñales vincerà, perché è destinato a quel tipo di risultato, devo soltanto fare lo step in più sull’autocontrollo e la capacità di gestire le proprie emozioni all’interno del weekend di gara. In fondo, ha già vinto un Mondiale, anche se era poco più di un ragazzino. Era il 2013 quando Maverick festeggiava il Mondiale di Moto3 grazie a un dominio assoluto (tre vittorie, otto secondi posti e quattro terzi posti) per un totale di 323 punti che gli sono valsi la vittoria contro i rivali Alex Rins (oggi in Suzuki) e Luis Salom, scomparso in un incidente a Barcellona durante le prove libere nel 2016. Anche in Moto2, la stagione successiva, ha dimostrato di essere veloce e pronto a vincere, anche se poi ha chiuso al terzo posto in classifica. Ma tanto è bastato per convincere Suzuki a puntare forte su di lui. Scommessa vinta perché a Silverstone, la stagione successiva, è riuscito a vincere, anzi a dominare, la gara e ottenere la sua prima vittoria in MotoGP. È in quel momento che Yamaha si è convinta che potesse essere lui il nome giusto per il dopo-Jorge Lorenzo. Il talento c’è, indiscutibile, mancano ancora i titoli, ma quest’anno potrebbe essere quello giusto.

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