Chi preferisce non pensarci, e chi non riesce a smettere di pensarci dal giorno dell’annuncio. Chi potrà raccontarlo un giorno ai nipotini, e chi metterà silenzioso per 48 ore alle notifiche social, per evitare di doverne parlare. Come milioni di tifosi, sponsor e addetti ai lavori, anche i difensori della nostra Serie A attendono Cristiano Ronaldo, uno dei più forti calciatori di tutti i tempi, che ha scelto l’Italia come prossima sfida. E, c’è da scommetterci, questi nerboruti protettori dell’area piccola oggi alle 19 saranno davanti alla tv, per assistere alla compilazione del calendario del campionato, e scoprire quando spetterà a loro incrociare i bicipiti con il fenomeno portoghese.
Le “tute bianche” a Genova 2001 ci avevano avvertito: la globalizzazione aumenterà le diseguaglianze e le concentrazioni di risorse in mano ai più ricchi. Nel mondo del pallone (e non solo lì) la tendenza è in atto da un pezzo, e il solco tra la prima della classe (da sette anni) e i “pesci piccoli” si è dilatato a dismisura, da un punto di vista sportivo e economico. Ma a volte – una su un milione – il campesino andino trova il modo di bloccare la multinazionale che vuole espropriarlo dei suoi campi, e allora (come c’è stata per quelli di Leganés o Rayo Vallecano) ci sono speranze di gloria anche per i nostri Goldaniga, o N’Koulou. Oppure loro.
Davide Santon
Quando ancora l’arrivo di CR7 sembrava utopia, e le prime voci online di una trattativa venivano screenshottate selvaggiamente come futura arma di dileggio verso i tifosi juventini, qualcuno a Trigoria aveva già capito tutto. Solo così si spiega la (relativamente) bassa cifra per cui si sono liberati di un portento come Naingollan, solo così si inquadra la decisione di puntate forte sull’ex terzino interista, che negli ultimi anni non ha passato la visita medica nemmeno per l’iscrizione alla 20 Hours. “Ma”, devono aver pensato i dirigenti romanisti, “se arriva Ronaldo, dobbiamo farci trovare pronti, schierare l’unico uomo che lo abbia fermato negli ultimi anni”. Era il 24 febbraio 2009 e il mondo vide il futuro del calcio: Davide Santon, quel terzino un filo butterato, capace di non fare vedere mai la palla a un sopravvalutato esterno del Manchester United. Un paio di cose non hanno funzionato nella carriera del ragazzo giunto dalle paludi, mentre le congiunture astrali hanno premiato il collega di Funchal. Ma ora il momento della rivincita è arrivato.
Riccardo Gagliolo
Sarebbe stato molto difficile perdonare all’improvvido Calaiò di averci negato la chance di assistere alla sfida tra il centrale gialloblù e il cinque volte Pallone d’Oro. Nato a Imperia, Riccardo Gagliolo è soprannominato il Vikingo, per via dei suoi capelli biondi e del fisico imponente. Sua mamma è svedese e lui dal 2015 è in possesso della nazionalità del Paese scandinavo, tanto da candidarsi per un posto nella selezione tra le rivelazioni dell’ultimo Mondiale, con il sogno di giocare assieme al suo “idolo Ibrahimovic”. Non risultano risposte né da parte della nazionale svedese, né da parte del centravanti ora a LA. Gagliolo è stato cinque anni al Carpi, con cui è asceso dalla C alla A e a Parma, secondo il portale TuttoMercatoWeb, ha trovato “la sua Asgard“. Attento Cristiano, c’è già un drakkar pronto a salpare con a bordo la tua anima.
Andrea Masiello
Sembrava ieri che Masiello si avventava su un tiro non esattamente in bolla del leccese Jeda, per raddrizzare ciò che era nato storto e spedire quel pallone in rete. Invece era il 15 maggio 2011, e la carriera di Andrea, reo confesso di essersi venduto quella partita, pareva ampiamente finita a soli 25 anni. Era il tempo in cui le nostre istituzioni volevano spezzare le reni al calcioscommesse e il terzino sperimentò le rigidità del carcere, oltre alla gogna mediatica. Negli anni, mai del tutto abbandonato dallo stigma, lo stempiato nato a Viareggio ha risalito la china, fino a diventare una bandiera dell’Atalanta, la chioccia di una generazione di ragazzini terribili (almeno finché non si allontanano da Bergamo). Perché anche Andrea Masiello ha diritto all’oblio; quello in cui sprofonderai tu, caro Ronaldo, dopo l’ennesimo contrasto perso all’Azzurri d’Italia.
Mauricio Lemos
Celestino V e il soglio pontificio? John Travolta e il ruolo di Forrest Gump? Lebron James e l’invito alla Casa Bianca? Rifiuti da nulla, in confronto a quello di Paolo Mauricio Lemos Merladett, 22enne da Rivera, Uruguay. Era al Las Palmas un paio di anni fa, quando il Barcellona adocchiò i suoi riccioloni e gli offrì un contratto. Nulla poterono le sirene blaugrana: l’albero maestro resistette. “Stiamo parlando di uno dei più grandi club del momento, ma per la mia età sono convinto che sia più utile restare al Las Palmas e giocare con continuità, anziché andare al Barcellona e fare molta panchina”, disse Mauricio, che Cristiano in Spagna lo ha già incontrato (e pure Messi, come testimonia la foto sopra). Lemos ha firmato con il Sassuolo a metà della scorsa stagione, per rimpiazzare Paolo Cannavaro. Tutti lo dipingono come uno dei difensori con i piedi migliori in circolazione, un Bonucci, oppure un David Luiz, forte fisicamente e non esattamente a rischio autovelox. Il suo esordio in neroverde, a febbraio, fu proprio contro la Juve: finì 7 a 0 con i ragazzi di Squinzi, insolitamente poco garibaldini contro i bianconeri. “Colpevole su quasi tutti i gol bianconeri. La sua avventura non poteva iniziare peggio”, scrisse allora Canale Sassuolo. Pronti a ricredersi?
Domenico Maietta
Il giorno della sfida tra Empoli e Juventus, tutta Cirò Marina sarà davanti allo schermo per ammirare il concittadino Domenico Maietta condurre la resistenza dei suoi dalle barricate. E sì che i dirigenti juventini si sarebbero potuti risparmiare tutto ciò, se 17 anni fa non avessero mandato via il 36enne difensore calabrese, che in bianconero ha fatto le giovanili. E invece, incredibilmente, si decise di puntare su Thuram, e Maiella iniziò un lungo peregrinare per lo Stivale, che lo ha portato negli anni da Trieste, a Avellino e Crotone. Centrale più che onesto e affidabile, dopo essere stato un pilastro del Bologna, a gennaio è passato all’Empoli, con cui è stato promosso. Ora una nuova stagione da protagonista in A, con una tifosa d’eccezione: sua moglie Angela, con cui è convolato a giuste nozze vip, come riporta Il Cirotano, due anni fa, nella splendida cornice di Polignano a Mare.