La storia del basket italiano passa dalla provincia. Da sempre. Quest’anno in finale si stanno affrontando due squadre di città come Venezia e Trento, una serie iniziata ieri sera con una prima sorpresa: i lagunari hanno perso in casa annichiliti per oltre metà gara dalla asfissiante e organizzata difesa trentina (un dato, a metà del terzo quarto la Reyer aveva segnato solo 35 punti, partita poi finita 74-83). Venezia inizia in salita la sua serie di finale, perdendo il fattore campo e già da domani in gara 2 dovrà reagire sfruttando il suo roster di poco più assortito rispetto agli avversari che continueranno a giocare il loro piano gara a partire – come per tutta la stagione – dalla fase difensiva.
Queste finali sono la massima rappresentazione di come il basket italiano viva, sopravviva e si sviluppi nella provincia diffusa, dalla Campania alla Lombardia, nonostante le casse vuote della maggior parte delle squadre, dai professionisti fino alla promozione. La finale di quest’anno sono la conferma che il basket di casa nostra è vivo soprattutto grazie a realtà locali; Venezia e Trento come Avellino o Reggio Emilia o ancora nel passato Caserta, Varese, Cantù… Una cultura della palla a spicchi che si respira sui nostri territori producendo società come le due finaliste che raggiungono i massimi livelli grazie a programmazione, lungimiranza, sponsor locali, pazienza, staff tecnico di valore e ai cittadini che si raccolgono intorno alla squadra della porta accanto, identificandosi. Nasce così la sfida tra le piccole, due città del nord-est che – con Trieste forma un triangolo storico per il basket nostrano.
Si sfideranno due società che quindi rappresentano perfettamente il basket tricolore: la Reyer Venezia è parte della storia dello sport non solo in Veneto ma in tutta Italia: fondata nel 1872 per promuovere discipline e attività per i cittadini, soprattutto canottaggio e scherma, riuscendo poi negli anni 40 del secolo scorso a vincere proprio il campionato di basket, l’unico di una storia che ha visto Venezia arrivare ad alti livelli solo ad inizio anni ’80 con uno dei giocatori più forti della storia del basket europeo, lo slavo Drazen Dalipagic. Dopo fallimenti sportivi e soprattutto societari, Venezia è tornata a competere ai massimi livelli arrivando in finale e giocando contro la società più giovane del basket italiano, l’Aquila Trento. E’ nata infatti 22 anni fa, nel 1995, dalla fusione di due associazioni sportive che sul territorio trentino lavoravamo sullo sport con i giovanissimi, inoltre la fusione nacque partendo dalla consapevolezza che le energie delle singole società non erano sufficienti per perseguire autonomamente un proprio cammino di crescita, serviva una realtà che avesse come obiettivo il raggiungimento di campionati di livello superiore a quelli regionali e che fungesse da approdo e stimolo per i migliori atleti locali. Così, nel giro di 10 anni, nel 2004, Trento conquista la serie B, poi nel 2012 la A2 e poi la massima seria (A1), giocando ai massimi livelli del campionato italiano, arrivando poche settimane fa a battere in semifinale, meritatamente, la favorita, ricca e talentuosa Olimpia Milano, per ora il risultato più importante della storia del basket trentino e adesso, dopo la vittoria di ieri, la grande impresa è quasi a portata di lay up. Gara 2 si giocherà ancora a Venezia, la serie è al meglio delle 7 partite, tutti i match saranno trasmessi in diretta da Sky Sport.